Cancer/ability racconto collettivo di una diagnosi di cancro.

Cancer/Ability nasce dall’esigenza di raccogliere le testimonianze di persone che a partire da una diagnosi di cancro hanno cercato di trasformare esperienze dolorose e la loro forza devastante in forza creatrice, punto di partenza per riflessioni e narrazioni fertili. L’obiettivo è quello di valorizzare e diffondere queste storie attraverso il linguaggio cinematografico realizzando un docu-film.

“Un giorno ci siamo dette che dovevamo fare qualcosa. Qualcosa cosa? Raccontare. Raccontare cosa? Raccontare noi, le nostre storie, le nostre vite. Perché? Perché raccontare è importante, è importante testimoniare, parlare, dire, fare qualcosa anziché nulla.
Finché intorno al cancro ci sarà silenzio, scriveva Audre Lorde, il silenzio e l’invisibilità andranno a braccetto con l’impotenza che serve solo a mettere a loro agio le persone che vogliono rimuovere, controllare, non vedere, pensare che tanto non è toccato a loro e quindi questa malattia non esiste.
Se si trasforma il silenzio in linguaggio e azione, invece, forse, forse, dicevamo forse, si può rischiare di lasciare un segno.
E allora abbiamo cominciato a raccontare, tu con la tua forza e il tuo metodo, le tue intersezioni e le tue lotte, con la precisione dell’arciere, senza paura, con tutta te stessa, con la tua faccia il tuo stile e tutti i tuoi pezzi. Io sghemba, di lato, con cautela, con tutta me stessa, con le mie intersezioni, la mia logorrea, le circonvoluzioni e i labirinti e i tempi lunghi, con i miei fantasmi.
Entramb* con passione abbiamo cominciato a raccontare di come questa malattia tremenda si possa e si debba trasformare in vita, perché “nel frattempo, sempre, si vive”.
Abbiamo scavato a fondo nei nostri abissi per tirare fuori l’energia creatrice, l’acqua fresca che fertilizzasse ancora il mondo.
Abbiamo pensato tante cose: non le abbiamo fatte tutte, anzi a dire il vero sarebbero ancora da fare quasi tutte.
Avremmo dovuto mettere insieme le voci delle persone, far crescere il grafico di copertina, raccoglierle in un documentario, poi commentare, cercare, trasformare in poesia, fotografare, rimodellare, costruire, tessere.
E ora che questo progetto e io e il mondo siamo orfani di te, Mar Ti, del tuo multiforme ingegno e della tua intelligenza vivida, ora che sei sconfinata ovunque intorno a noi e oltre tutti noi posso solo cercare di seguire le tue tracce, zoppicando incazzata per la profonda ingiustizia che manda alla deriva le nostre vite, aggrappandomi alla sicurezza che finché continuerò a navigare non resterò in silenzio.
Non resterò davvero immobile Marti, qualsiasi cosa succeda di certo non resterò a guardare.”

Francesca Giannelli

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